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Cosa facciamo

Il GSB-USB include nei suoi programmi numerose e diversificate attività di ricerca.

Il GSB-USB include nei suoi programmi numerose e diversificate attività di ricerca rivolte a cavità naturali o artificiali (principalmente manufatti e miniere), tra cui:

  • reperimento ed individuazione delle cavità
  • esplorazione
  • rilevamento topografico
  • accatastamento
  • documentazione fotografica
  • studi specifici (geologia/idrologia/chimica/biologia/archeologia ecc.)
  • pubblicazione e divulgazione
  • protezione e salvaguardia degli habitat carsici
Biospeleologia

Gli animali che frequentano le grotte vivono in delicato equilibrio con l’ambiente e numerose specie ipogee, in particolare i chirotteri, sono protetti da direttive europee. Durante le attività di ricerca degli speleologi, vengono effettuate nuove scoperte che incrementano la conoscenza scientifica.

In particolare, nell’ambito del progetto europeo LIFE il GSB-USB ha condotto monitoraggi sui chirotteri in collaborazione con l’ex Parco dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa. Dal 2020 siamo impegnati nella riattivazione del laboratorio biospeleologico all’interno della Grotta Novella, per metterlo a disposizione della comunità scientifica.

Cavità artificiali

Il GSB-USB ha intrapreso da tempo attività di esplorazione, monitoraggio, rilievo (e quando possibile nonché ragionevole anche di risanamento) di cavità artificiali come:

  • Il progetto di studio sulle gallerie delle Terme di Porretta;
  • L’Acquedotto Romano che da Sasso Marconi si snoda fino alla città di Bologna (Gli Antichi acquedotti di Bologna);
  • I canali sotterranei di Bologna;
  • Siti di interesse storico come le Cavità della Rupe a Sasso Marconi, la Colombaia di Badolo, i siti di Monte Sole, i siti del Monte delle Formiche;
  • L’acquedotto sotterraneo di Formia;
  • L’acquedotto sotterraneo di Loiano;
  • Rifugi della II Guerra Mondiale nel Bolognese (vedi al link “I rifugi della Guerra”);
  • Miniere abbandonate (vedi al link “Miniere”).
Esplorazioni

Nel bolognese ed in regione ER

Nell’area dei gessi Bolognesi si concentrano la maggior parte delle nostre ricerche. Da Zola Predosa a Castel De Britti-S.Lazzaro di Savena sono oltre 200 le grotte catastate e in continua rivisitazione ed esplorazione. Negli ultimi anni ci siamo concentrati in particolar modo sul Sistema Partigiano-Modenesi-Farneto, nella scoperta di nuove cavità presso Castel de Britti e in ricerche in zona Spipola-Croara dove è stata trovata una splendida nuova grotta. Effettuate scoperte di nuove cavità anche sui nostri appennini.

Con FSRER abbiamo ultimato la mappatura e l’esplorazione nelle grotte recentemente passate alla Romagna dalle Marche e stiamo concentrando i monitoraggi e le ricerche nell’area di M.te Tondo (RA) dove vi sono preoccupanti progetti di espansione dell’ultima grande cava di gesso presente in Regione.

Fuori regione

Sulle Alpi Apuane proseguono le esplorazioni sul M.te Altissimo dove abbiamo ampliato le scoperte all’Abisso Astrea e catastato diverse nuove grotte, mentre in altre località abbiamo esplorato le zone del Fosso di Capricchia, M.te Rovaio, M.te Freddone, Vetricia e Arnetola.

In altre regioni, in collaborazione con altri Gruppi abbiamo condotto esplorazioni in Sardegna, Friuli-Venezia Giulia nella zona del M.Raut (PN), nei Monti Alburni e nel Parco del Cilento (SA), nei massicci carbonatici di Abruzzo e Molise e nell’ascolano.

All’estero
Le prime incursioni all’estero risalgono agli anni ‘80-’90 in Messico e Russia. Dal 2008 svolgiamo spedizioni in Bosnia. Diverse spedizioni nelle Filippine e Albania, ma anche in Argentina, Cile, Honduras, Russia, Svizzera, Francia, Spagna e Brasile.

Le grotte protette

La fruizione speleologica delle Grotte ad accesso regolamentato

GSB ed USB curano, per conto dell’Ente Parco, la manutenzione delle grotte protette e gli accessi delle stesse al solo mondo speleologico organizzato o al mondo scientifico. L’accesso al laboratorio della Grotta Novella necessita invece di una autorizzazione specifica dell’Ente Parco. Le prenotazioni da parte dei Gruppi Speleologici, corredate del motivo della visita e del numero previsto di partecipanti, debbono essere indirizzate direttamente al GSB-USB (info@gsb-usb.it(link sends e-mail)) o all’incaricato GSB-USB per le Grotte Protette con almeno tre settimane di anticipo sulla data proposta per la visita. Si rammenta che le cavità ad accesso regolamentato prevedono un numero massimo ammissibile di visitatori speleo, in relazione alle caratteristiche fisiche e climatiche dei diversi ambienti. L’accesso a tutte le grotte, protette o meno, può venire interdetto nel caso in cui, lungo i percorsi abituali, si stanzino colonie di pipistrelli in svernamento.

Le grotte turistiche

Il GSB-USB non effettua visite guidate alle grotte turistiche. Tali visite sono organizzate direttamente dall’Ente Parco e si limitano alle due grotte appositamente predisposte : la Grotta del Farneto e la Grotta della Spipola. L’Ente Parco si giova di guide appositamente formate. Per prenotazioni telefoniche: nei giorni feriali, dalle 9.00 alle 18.00, tel. 051.6258569/6258581.

Allo scopo di avvicinare il Pubblico non solo al mondo delle Grotte, ma anche agli Speleologi ed alle loro specifiche conoscenze, GSB ed USB, dal 2009, conducono un ciclo di accompagnamenti alla Grotta del Farneto. Anche per queste visite, le prenotazioni vanno rivolte all’Ente Parco.

Altre tipologie di accompagnamenti

Attualmente il GSB-USB collabora con il Comune di Sasso Marconi per gli accompagnamenti all’interno del tratto abbandonato dell’antico acquedotto romano di Rio Conco. Anche in questo caso le prenotazioni non sono curate da noi ma dal comune di Sasso Marconi.

Per eventi particolari il GSB-USB viene chiamato ad effettuare visite alle aree carsiche, in alcune grotte oppure in antichi manufatti artificiali come cisterne a canali. Questo avviene, ad esempio, in occasione delle manifestazioni “La Notte Blu” che si tengono annualmente a Bologna.

Elenco grotte protette

  • Grotta S.Calindri 149.ER.BO.
  • Grotta del Farneto 7.ER.BO.
  • Grotta Novella 287.ER.BO.
  • Pozzo Pisoliti 550.ER.BO.
  • Buco dei Buoi 29.ER.BO.
  • Buco del Bosco 40.ER.BO.
  • Grotta C. Pelagalli 425.ER.BO.
  • Buco del Belvedere 6.ER.BO.
  • Grotta della Spipola 5.ER.BO.
  • Buco del Muretto 483.ER.BO.
  • Grotta di Labante 133.ER.BO.
  • Grotta Coralupi 92.ER.BO.
  • Grotta del Farneto 7.ER.BO.
  • Pozzo di Monte Donato 847.ER.BO
  • P.P.P. 276.ER.BO.
  • Inghiottitoio della Acquafredda 3.ER.BO.
  • Inghiottitoio delle Selci 877.ER.BO.
  • Buco II delle candele 46.ER.BO.
  • Grotta M. Gortani 31.ER.BO.
  • Complesso Grotta Cioni-Grotta a Ferro di cavallo 8.ER.BO.
Miniere

Il fascino che questi luoghi esercitano è molto forte perché testimoniano la storia dello sfruttamento minerario da parte di un numero esiguo di compagnie se paragonato ai milioni di uomini che per loro hanno lavorato e perso la vita.  Esplorare e rilevare oggi questi luoghi significa strapparli all’oblio, conservarne la memoria e portare un piccolo tributo a chi ci ha consentito di condurre una vita, tanto avida di materie prime. L’attività estrattiva era abbastanza diffusa in Italia, non solo nella catena Alpina ma anche in Romagna, dove si apriva la più grande miniera di zolfo d’Europa, la miniera di Perticara. Gli speleologi bolognesi hanno coordinato l’esplorazione mineraria del grande progetto della Federazione Speleologica dell’Emilia-Romagna “Gessi e Solfi della Romagna Orientale”, fondando insieme ad altri speleologi della regione la “Squadra Solfi”, ovvero speleologi formati per intraprendere esplorazioni nelle miniere di zolfo, che presentano problemi di carenza di aria respirabile e vanno affrontate con attrezzature particolari e sofisticate: autorespiratori e misuratori di gas.

Esplorazione delle miniere abbandonate

Con il Progetto Gessi e Solfi, sono state esplorate numerose miniere di zolfo, riportiamo le principali:

Miniera di Perticara esplorati 2,5 chilometri, di cui la metà circa in ambiente a carenza di aria respirabile. Effettuati numerosi studi storici, sulla composizione dell’aria e dell’acqua presente. Documentazione fotografica e video.

Miniera Inferno è stata ritrovato l’imbocco della miniera, di cui non si conosceva più l’ubicazione, è stato effettuato il rilievo completo e una ricostruzione 3D. Effettuati numerosi studi storici. Documentazione fotografica e video.

Miniera di Formignano è stata ritrovato e scavato l’imbocco della discenderia che è stata esplorata fino a circa 80 metri di profondità. Effettuati numerosi studi storici, campionamenti di acqua e aria. Documentazione fotografica e video.

Solfatara di Predappio è stata visitata, controllato il rilievo esistente e aggiornato, effettuata una ricostruzione 3D. Documentazione fotografica.

Tutte le esplorazioni minerarie sono presenti nel volume “Gessi e solfi della Romagna Orientale”, edito dalla Federazione nella collana Memorie dell’Istituto Italiano di Speleologia, s. II, vol. XXXI 2017.

Gli speleologi bolognesi, in collaborazione con GSU (Gruppo Speleologico Urbinate) e la Squadra Solfi stanno esplorando la Miniera di San Lorenzo in Zolfinelli, dove hanno sceso il Pozzo Donegani, scoprendo e percorrendo una galleria che costituiva il collettore dei fumi dei forni Gatto. Stanno inoltre scavando alla Discenderia di Cà Pietro, per tentare di entrare nel complesso. Sempre in collaborazione con il GSU è iniziato lo studio storico volto a tentare la riesplorazione della Miniera di zolfo di Cabernardi, in provincia di Ancona.

In Lombardia. gli speleologi bolognesi stanno esplorando e studiando la Miniera della Manina, in Valle di Scalve, nelle Alpi Orobiche, in provincia di Bergamo. Si tratta di un complesso di 12 livelli, che ha estratto ferro da almeno quattrocento anni. Utilizzando le antiche mappe minerarie è stata ricostruita tridimensionalmente la miniera e fino ad ora sono stati esplorati sette livelli. Documentazione fotografica e video.

In Valle di Scalve gli speleologi hanno visitato numerose altre miniere come quella del Laghetto di Polzone, Miniera del Giovetto, Ribasso Giovo, Complesso Barisella, dove è in corso lo studio di riarmo del percorso di trekking minerario. Documentazione fotografica e video

In collaborazione con lo Speleo Club Valle Intelvi, gli speleologi minerari del gruppo hanno in corso la riesplorazione della Miniera del Sasso Rancio, un’antica miniera di ferro che si apre a pochi metri di quota sopra le acque del Lago di Como. È in corso il rilievo e lo studio della cavità. Documentazione fotografica e video

Due speleologi bolognesi hanno partecipato alla spedizione internazionale Speleozistan 2017 in Kirghizistan, per studiare la Grotta Miniera di Kan-i-Gut. La spedizione aveva lo scopo di effettuare un rilievo dettagliato della cavità, effettuare rilievi archeologici e documentare la cavità Gli speleologi bolognesi hanno partecipato con il compito di effettuare foto e riprese video.

Rifugi della guerra

I luoghi, i racconti: una ricerca degli speleologi bolognesi

Obiettivo della ricerca è quello di documentare i luoghi sotterranei in cui la popolazione ha vissuto nei momenti più difficili dell’ultimo conflitto, il periodo in cui il fronte si è avvicinato a Bologna nel 1944 fino alla liberazione.

Numerose sono le fonti storiche che documentano gli eventi bellici ma pochi sono i riferimenti ai luoghi in cui le persone si riparavano da rastrellamenti e bombardamenti. Gli speleologi bolognesi hanno deciso di tentare di colmare questo vuoto storico procedendo alla mappatura di tutti quei luoghi posti in cavità naturali o scavati artificialmente (civili e militari, dai più grandi a quelli scavati dietro casa) utilizzati durante la guerra nella provincia di Bologna. Accanto alla documentazione tecnica dei rifugi (foto e rilievo topografico) abbiamo inoltre pensato di raccogliere le testimonianze di chi ha vissuto in quei luoghi. E’ nato così un’appassionante progetto di documentazione storica di durata poliennale.

Fino al 2017 le ricerche hanno rigurdato le area comprese fra la val di Zena-Idice-Savena con incursioni nella valle del Reno. Rilievi topografici e altre ricerche su grotte artificiali e trincee sono stati effettuati a M.te Sole nel 1997 (Sottoterra 104). Nel 2019 è stato scoperto e documentato un importante manufatto utilizzato come rifugio della guerra presso i Prati di Caprara vicino al centro di Bologna.

Frequentazioni delle grotte nel periodo bellico 1944-1945

In occasione del convegno: “La frequentazione delle grotte in Emila Romagna” Brisighella (Ra) 6-7 Ottobre 2017, è stato completata la ricerca sulla frequentazione delle grotte naturali durante la seconda guerra mondiale iniziata nel 2012 (relazione di N.Preti negli atti conclusivi). E’ stato utilizzato materiale bibliografico (libro “Le grotte Bolognesi 2012” ed. GSB-USB e da altre fonti), interviste realizzate assieme ad ANPI, Squeezoom e Parco dei Gessi del 2012 e registrazioni di interviste inedite ai testimoni, oltre che osservazioni in sito.

Ad oggi possiamo sostenere che il risultato è quanto di più aggiornato ed unico sulla conoscenza delle grotte naturali in provincia di Bologna utilizzate come rifugio durante l’ultima guerra. Negli atti del convegno sono presenti note sul contesto storico-ambientale, un censimento delle singole cavità utilizzate, episodi di Resistenza, caratteri comuni e particolarità risultanti dalle interviste e da quanto ancora visibile in grotta. Speriamo presto di poter pubblicare un documento completo con allegate le singole interviste.

Ritrovamenti storici

La peculiarità dell’attività speleologica porta spesso ad imbattersi in reperti storici, archeologici e paleontologici. In questo caso è obbligo muoversi con cautela, non toccare nulla, effettuare un minimo di documentazione video, foto, topografica, avvertire immediatamente le autorità competenti.

I nostri soci sono così coinvolti direttamente nell’opera di tutela, studio e affiancamento degli studiosi che, senza il nostro supporto tecnico, mai potrebbero raggiungere e trattare questi ritrovamenti.

Principali ritrovamenti:

  • L’ascia della grotta del Gufo (BO)
  • Frequentazioni nel Sottoroccia del Farneto (BO)
  • Frequentazioni nella grotta S.Calindri (BO)
  • La Iena della grotta S.Calindri (BO)
  • Gli orsi della grotta Govjestica (BiH)
  • L’anforetta medievale nell’acquedotto romano (BO)
  • Il cranio della grotta Loubens (BO)
  • Faune preistoriche al Paleoinghiottitoio della Cava a Filo (BO)
Ricerca Artistica

Il progetto Praca Valley 2014, in Bosnia-Ezegovina, ha voluto proporre insieme all’esplorazione scientifica un percorso di ricerca con finalità poetiche.

Nella Grotta Govjestica le artiste hanno lavorato in relazione con le attività esplorative nella convinzione che l’arte sia luogo d’interrogazione, trasformazione e, più che mai nello scarto tra lo studio scientifico e l’immaginario misterioso della grotta, ci sveli il nostro desiderio di trascendibilità.

Nel 2020 siamo entrati a far parte del circuito di Arte Fiera ospitando al MuS installazioni in sintonia con le esposizioni museali.

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