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Riapertura della Grotta Cioni

A cura di Luca Piso

Appuntamento alle 8.30 per la squadra interna decisa ad entrare nuovamente nella grotta Ferro di cavallo per raggiungere dal basso il punto più alto della grotta Cioni, il cui ingresso risulta occluso dall’anno della scoperta (1956), ed iniziare così i lavori di localizzazione tramite Artva e scavo. La Ferro di cavallo nonostante gli ulteriori allargamenti effettuati alla scorsa uscita risulta sempre bella carogna, soprattutto con il caldo anomalo ed insopportabile che ci ha accompagnato nel corso della progressione. Armiamo i due saltini che portano al fondo con una scaletta, e velocemente procediamo fino a raggiungere l’attivo.

Da qui inizia la risalita della Cioni, tra crolli, passaggi stretti e qualche arrampicatina esposta. Una volta arrivati al punto più alto posizioniamo l’Artva che la squadra esterna avrebbe dovuto iniziare a ricercare a quell’ora, stando agli accordi presi. Mentre io e Max procediamo a disgaggiare un pericoloso masso appoggiato sulla cengia ai piedi del riempimento del presunto ingresso veniamo contattati via radio dai prodi scavatori:

Ci hanno trovato!

Diamo l’ok per iniziare a scavare e intanto noi cerchiamo di ribaltare il macigno… Mentre smartelliamo e proviamo a smuovere il sasso i lavori sopra di noi procedono velocemente, tanto che inizio a sentire crollare parte del detrito sopra la mia testa… avvertiamo quindi i ragazzi sopra di fermarsi un attimo fino a che non riusciremo a completare l’operazione masso per evitare di rimanere sotterrati… bene, la terra sembra abbia smesso di muoversi, dovrebbero essersi fermati… io e Max riprendiamo… passano pochi secondi e: TOC!

Sento una botta fortissima sul casco e una cascata di detrito mi piove sulle spalle… non faccio in tempo a dire una parola che mi trovo davanti un tondino di ferro che faceva su e giù da una fessurina nella terra compatta. “Ragazzi, il Gatto ha infilato un tondino per vedere quanto manca… diteci quanto c’è da dove siete voi al buco, passo” …Gatton gatton!! Mannaggia! Ma va bene così, sappiamo che manca circa 1 m per vedere la luce… in realtà un po di luce già si vede: quando il tondino viene riportato in superficie un raggio soffuso passa dal foro. Iniziamo a capire che manca davvero poco.

Presi dall’entusiasmo riusciamo finalmente a ribaltare il macigno, ci spostiamo e comunichiamo agli altri che possono ricominciare a scavare. Pian piano la luce diventa sempre più intensa, sentiamo la voce squillante del Sommo, la circolazione d’aria cambia (l’aria calda intrappolata dalla cappa di terra finalmente trova uno sbocco dalle dimensioni consistenti) ed assistiamo ad un’escursione termica non indifferente, tanto che iniziamo a sentire tutti un discreto freddino… ma poco importa, l’uscita ormai è lì vicina. Alle ore 11:30 mi lasciano l’onore di uscire per primo e l’emozione è tanta. Vedere una tale gioia sulla faccia dei presenti è stato davvero appagante.

Usciamo tutti e quattro, e sbocciando un prosecco festeggiamo a cerchio attorno al cratere aperto dalla nostra egregia squadra esterna. Che dire, per una buona volta è andato tutto liscio e dopo 60 anni, la grotta Cioni è finalmente aperta!

Luca Pisani

Dal 1932 il Gruppo Speleologico di Bologna conduce esplorazioni e studio di cavità naturali e artificiali.

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