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Progetto Acheronte

Località: Grotta del Farneto (Bologna).

Partecipanti: J. Bertaccini, L. Caprara, R. Cortelli,  D. Demaria, G. Dondi, M. Dondi, M. Fabbri, G. Longhi, L. Passerini, L. Pisani, A. Sangiorgi.

SinossiEffettuato il rilievo del Farneto dall’ingresso turistico fino al cunicolo SS9 e terminato il rilievo delle parti mancanti del livello inferiore. Effettuata la risalita per controllare la parte alta a destra della sala con le scritte in nerofumo, ma chiude in crollo. Allargata ulteriormente la canaletta di scolo di acqua nell’attivo che ha consentito un avanzamento di circa 10 metri nell’acqua. Si rende necessario un ulteriore controllo con muta spessa e strumenti per liberare meglio il passaggio da acqua e motriglia.

Ennesima puntata emozionante di questa appassionata saga, che anche questa volta vede protagonisti un folto numero di eccitati partecipanti. Siamo tanti, ma gli obiettivi sono molto chiari, per cui le squadre si delineano in modo spontaneo e sicuro: una prima squadra denominata Genio Guastatori, composta dai disostruttori: il Perfido Minghino, il Coach Giorgione, il Bel Raulo, lo Squalo Giorgino che andrà a controllare la zona terminale della sala prima dell’Ultima Thule e il passaggio dell’attivo; una seconda squadra denominata Ricognizione Speciale Paracadutisti con il compito di effettuare la risalita ed esplorare la parte alta a destra della sala dell’Ultima Thule, composta dall’Infortunato Commodoro seguito dall’Ardito Caprara; un’ultima squadra denominata Reparto Spionaggio topo-cartografico con l’obiettivo di terminare le parti mancanti del rilievo e poter avere una guida per strutturare le prossime incursioni, composto dal Leader Maximo, lo Squalo Piso e Jenny la Belva. Viene acclamato con fervore l’arrivo del Passero, che, scopriremo poi, avrà il compito di prete santificatore e traduttore perché provvederà a benedire con condite madonne il nuovo passaggio aperto e darà piena voce alle strettoie.

Si parte con entusiasmo, troppo perché perdo subito all’ingresso la mia squadra e vengo richiamata immediatamente all’ordine. Le due squadre scendono immediatamente nei rami bassi, dopo aver scavalcato Danilo Demaria intento a prendere misure con livelle e con laser colorati nella parte turistica del Farneto; la squadra di cui faccio parte inizia con il meticoloso lavoro di rilievo. Qui devo fare una mia solita, breve digressione. L’esperienza del rilievo nei cunicoli, nascosti agli occhi dei più, è stata importantissima perché mi ha consentito di acquisire importanti nozioni: prima di tutto che il rilievo è un procedimento molto tecnico e capillare, ma fondamentale perché ti consente di capire che anche ciò che chiude ti racconta tanto della vita e dello sviluppo di quella grotta e ti consente di individuare meglio il giusto proseguimento. Ti da modo, inoltre, di vedere realmente la grotta in relazione a te stesso, perché continuamente devi renderti conto di dove sei, che posizione stai occupando in relazione a tutta la grotta, da dove ci puoi arrivare e da dove puoi uscire. Insomma, il rilievo dona occhi nuovi all’esploratore e ti costringe ad avere maggiore consapevolezza di quello che vedi, di come ti muovi e delle relazioni tra i vari ambienti della grotta. Da qui nasce un’esortazione che faccio a tutti, in primis ai giovani speleo a cui penso con affetto: meraviglioso il vostro entusiasmo nell’esplorare, nello scavare ma fate anche voi esperienze di rilievo con gli esperti nel nostro gruppo perché davvero otterrete occhi nuovi e maggiori e migliori strumenti per le vostre esplorazioni.

Torniamo al nostro lavoro. Terminiamo il rilievo della parte turistica con il rilievo della meravigliosa condotta aperta SS9 che sembra andare proprio nella direzione delle sale di neo-riscoperta; potrebbe collegarsi a quella condotta chiusa che abbiamo visto proprio a destra in alto dopo la strettoia da cui siamo passati per raggiungere le gloriose sale?? Scopriremo poi, confrontando i due rilievi, che la direzione è esattamente quella ma è ancora troppo alta SS9, dovrebbe scendere improvvisamente di parecchi metri. Peccato, perché questa condotta, come futuro passaggio, sarebbe stata molto bella e divertente.

Ci rechiamo nei piani bassi, incontrando prima la squadra Genio Guastatori, che terminato il lavoro, sta uscendo infreddolita ma anticipandoci “L’acqua scorre bene adesso, probabilmente vi veniamo a prendere al Partigiano”. Incontriamo poi nella saletta delle scritte anche la rediviva squadra che ha effettuato una precaria risalita in parete marcia e franante, ma che, dopo aver tirato già qualche bel sivello, ha costatato che chiude e non c’è possibilità di proseguimento. Ma, anche questa squadra, ci anticipa che adesso il passaggio in attivo è libero da acqua che defluisce nella canaletta e si vede dietro solo il buio, insomma si passa, si passa!

Riprendiamo con il nostro rilievo, scendendo nella zona aperta dall’altra squadra nella zona terminale della sala prima dell’Ultima Thule e osservando ammirati una bella pavimentazione con palladiana fangosa, ma chiude. Poco sopra ci incuriosisce una finestrella che potrebbe proseguire; proviamo ad aprirla con le mani ma occorre strumentazione più potente e rimandiamo alla prossima puntata.

Scendiamo nell’Ultima Thule terminando il rilievo delle parti mancanti, in particolare delle due condotte appena sopra l’attivo, aperte la volta scorsa, di cui una molto interessante, finisce su un laghetto.

Adesso ci aspetta l’incontro con Acheronte. Emozionati e curiosi, scendiamo con sicurezza e ci rendiamo subito conto dell’importante lavoro fatto da Minghino, Giorgione, Giorgino e Raulo: la canaletta adesso funziona bene e porta via parecchia acqua, Acheronte scorre con fervore e ci lascia intravedere una fessura percorribile che si snoda nel buio. Non abbiamo le mute, ma Piso si avventura in maniera decisa, lo vediamo percorrere lo stretto passaggio, poi lo perdiamo alla vista ma sentiamo gli splash del suo avanzare immerso in acqua. Ci dice che il passaggio si chiude dopo circa 10 metri di avanzata, ma che è ottimista nella possibilità di un’apertura con opportuni strumenti per liberare da motriglia e agevolare il passaggio d’acqua e con una muta spessa. Esce infreddolito ma entusiasta, sotto i nostri occhi di ammirazione, che già immaginano la prossima avventura. Avventura, che ci porterà forse alla nostra Agarthi?, da fare tutti insieme, con tutti gli speleologi del nostro gruppo che hanno dato a questo progetto tempo, entusiasmo, fiducia, passione.

Usciamo velocemente e terminiamo questa splendida giornata con l’immancabile baracchina delle piadine di Castel De’ Britti, dove ci raggiunge la Francy e trascorriamo una felice serata tra birre, piade, chiacchiere, risate e abbracci. Come non ringraziarvi tutti!

Baci, come sempre, fangosi! Jenny.

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