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La nascita della “Nanet’s Progression”

Nel 1977 stavo analizzando la tecnica americana “Gibbs” di risalita su corda, quella dove viene impiegato un Gibbs al piede ed uno al ginocchio dell’altra gamba.

Avevo iniziato con un solo bloccante Dressler al piede mantenendo il sistema classico “Ded” francese.
Durante una delle prove di risalita di un tratto di una decina di metri, mi ritrovai, senza sapere bene come, in cima in un attimo.

Analizzando come era successo mi resi conto che durante la risalita non mi ero mai appeso al bloccante ventrale, rimanendo sempre così perfettamente verticale.

Cominciai quindi a perfezionare la tecnica accorgendomi che era meglio disporre di una staffa un po’ più lunga.
Mi resi anche conto del perché gli americani con la tecnica “Gibbs” utilizzavano un rullo al petto; avendo la corda sempre tesa dai bloccanti bassi con il rullo potevano scivolare sulla corda senza utilizzare le braccia.

Con questa tecnica, nelle convention goderecce che gli americani tenevano da anni in giro negli States, Bill Stone realizzò il record di 28″,1 su una risalita di 30m.

Con la mia tecnica del bloccante al piede, la corda rimane invece tesa solo una volta ogni due passi, quella dove è stato caricato il Dressler del piede; inoltre contro parete aggettante la fatica di risalita è nulla. Nel passaggio dei frazionamenti più impestati il fatto di disporre di un bloccante basso al piede permette di uscirne facilmente con eleganza.

La tecnica di risalita con il bloccante al piede, definita “Nanet’s Progression” (NA.P.), è la seguente:

Ci si solleva sul piede bloccato dal Dressler e contemporaneamente si solleva la staffa con il piede relativo, ci si innalza ancora caricando la staffa ed elevando di conseguenza l’altro piede in un passo completo (a differenza della tecnica “Gibbs” il piede con il bloccante può superare in altezza il ginocchio dell’altra gamba consentendo quindi una maggiore scioltezza di movimenti ed un passo più lungo).

Durante la risalita non bisogna appendersi al bloccante ventrale che serve eslusivamente per riposarsi. Inoltre il passaggio dalla tecnica classica “Ded” alla “NA.P.” e viceversa è immediato e fluido e si può decidere a piacere come alternarli.

Pur avendo il terzo bloccante al piede si può salire sulla corda senza impedimenti con la tecnica classica (appendendosi al Croll ad ogni passo), in questo modo si riduce la fatica perché caricando la staffa le gambe vengono proiettate meno in fuori (c’è il bloccante al piede inserito nella corda) ed il corpo dello speleologo riceve una spinta in alto verso la corda con un minor affaticamento delle braccia.

Articolo completo su Sottoterra 50 (1978), di P. Nanetti

Dal 1932 il Gruppo Speleologico di Bologna conduce esplorazioni e studio di cavità naturali e artificiali.

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