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Esplorazioni al complesso Modenesi-Partigiano, le ultime punte a valle

A cura di: Luca Pisani

Complesso Modenesi-Partigiano. Oltre 3 km di sistema carsico, dove un ampio collettore solca e modella le gallerie dei rami inferiori, ad una profondità di 80 m dalla superficie. Peccato che per compiere questo breve dislivello ci vogliano più di 3 ore di progressione, tra pozzi, strettoie, saloni di crollo e tanto tanto fango. Si torna sull’attivo verso valle, per rilevare alcune diramazioni esplorate due anni fa, nel punto più avanzato del sistema, a poche decine di metri dalla Grotta di Ca’ Fornace. Per raggiungerlo bisogna percorrere con mute o tute stagne le gallerie allagate dell’attivo, cosa che rende le esplorazioni molto lente e difficili, per via del fango e della precarietà degli ambienti.

DistoX e palmare alla mano, si rileva e si riguardano questi ambienti, tra tratti allagati e bypass più alti lungo bellissimi livelli freatici fossili, fino all’enorme Sala della Tabaccaia, dove le esplorazioni sono ferme. Da qui svariate vie proseguono verso valle ma diventano impraticabili presto, quando il torrente serpeggia in zone di crollo instabili e con passaggi troppo stretti. Non troviamo prosecuzioni agibili.

Qui la lontananza si sente: nonostante la distanza dall’ingresso non sia estrema, per tornare indietro occorrono più di 4 ore. Psicologicamente sai che dovrai ripercorrere tutto quello che ti sei già lasciato alle spalle all’andata, e ti senti una formica nel cuore di un labirinto all’interno della montagna. E il nostro cuore è lì che cerca un collegamento verso valle, con la Grotta di Ca’ Fornace e la storica Grotta del Farneto, circa 500 m più a valle, dove le acque del torrente riemergono in superficie.

Chissà se riusciremo a coronare questo sogno, che da sempre ha affascinato le menti degli Speleologi Bolognesi: esplorare e percorre interamente il grande sistema carsico del Farneto. Ci stiamo avvicinando ma siamo ancora lontani. Intanto, pezzo dopo pezzo, stiamo componendo il puzzle di un mondo sotterraneo nuovo e sconosciuto, che è ormai diventato il secondo sistema carsico più sviluppato dei Gessi delle colline bolognesi.

Che bel songo.

Dal 1932 il Gruppo Speleologico di Bologna conduce esplorazioni e studio di cavità naturali e artificiali.

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