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Esplorare il Buio

In un articolo apparso sulla rivista Vanity Fair (n. 29, luglio 2009), commemorando i 40 anni della conquista della Luna, il giornalista, scrittore ed esperto rocciatore Erri De Luca scrive che, nel ’69, all’uomo non restava altro che il nostro satellite come obiettivo della pura attività esplorativa. Questo perché, una volta violate alpinisticamente tutte le vette più alte del globo, nel XX Secolo non c’era più niente da esplorare sulla Terra.

Tralasciando gli abissi marini, dove il limite esplorativo è connesso alle capacità tecnologiche, il SottoTerra, offre da sempre un buio di conoscenza da acquisire: sotto ogni strato di roccia erodibile, c’è l’ignoto. Ignoti sono i percorsi degli abissi sotterranei, ignote le loro origini, la loro conformazione, la loro improbabile popolazione animale e vegetale. Ci sono montagne vuote come il Monte Corchia nelle Alpi Apuane, dove chilometri e chilometri di gallerie, sale grandi come cattedrali e pozzi profondi tessono una rete di vuoto al di la’ di ogni possibile immaginazione.

È in questo scenario che lo speleologo si muove, spinto dal desiderio di illuminare per la prima volta cavità labirintiche da sempre immerse nell’oscurità più assoluta.

Esplorare una grotta richiede la capacità di affrontare un mondo in cui la dimensione spazio-temporale è percepita in modo assolutamente diverso dalla realtà quotidiana: generalmente il movimento non avviene mai solo su una superficie ma si espande in tutto il volume del vuoto. Per questo, sia le gambe che le braccia sono simultaneamente utilizzate per contrapporsi alla forza di gravità.

In grotta i tempi di qualsiasi variazione sensibile nell’ambiente sono scanditi dalle stagioni, se non addirittura dalle ere geologiche mentre per lo speleologo il tempo scorre in modo assolutamente non lineare e personale.

Per questo gli esploratori di abissi devono dotarsi di tecniche che, prima di tutto, permettano l’accesso ed il movimento in spazi totalmente ostili alla normale mobilità umana. La tecnica esplorativa è assai varia. Occorre saper preparare il percorso con corde e scalette, utilizzare attrezzi specifici per la progressione. Occorre esperienza per valutare la solidità e la stabilità della roccia su cui ci si muove o ci si appende.

Di seguito, per titoli, le zone e le grotte oggetto delle esplorazioni del GSB-USB negli ultimi anni.

Nel bolognese ed in regione ER

In maniera sistematica proseguono ricerche ed esplorazioni nelle doline soprastanti il Farneto (grotte Partigiano, Modenesi, Loubens, Ferraresi, Cioni-Ferro di Cavallo, Coralupi, Zigolo, Farneto, Pelagalli, Casupola, solo per citare le principali). Continuano le ricerche sul sistema Spipola-Acquafredda (omonime grotte più Castello, Quercioli, Selci). Iniziata una revisione delle cavità minori in Appennino (Confine, Fate, ecc.). Effettuate ricerche in zona di M.Donato e presso i Gessi di Gaibola e Zola Predosa (Gortani e altre piccole grotte).

In Regione abbiamo condotto esplorazioni ad Onferno (Gemmano) e cavità limitrofe, oltre che nell’alta Val Conca.

Fuori regione

Sulle Alpi Apuane proseguono le esplorazioni sul M.te Altissimo dove abbiamo ampliato le scoperte all’Abisso Astrea e catastato diverse nuove grotte (Lulù, Aspiria, Yune, B52, Le Putain Vache, Astinenza, solo per citare le principali), mentre in altre località abbiamo esplorato le zone del Fosso di Capricchia (Capricchia, Condotta, Minarini), il M.te Rovaio (Agrifoglio), M.te Freddone (Rave Lunghe), Vetricia (Bombassei, Orsoni) e Sagro. Infine sono state condotte ricerche ed esplorate piccole cavità sul M.te Penna e a Rio Rovigo (FI) .

In altre regioni, in collaborazione con altri Gruppi abbiamo condotto esplorazioni in Sardegna, Friuli-Venezia Giulia nella zona del M.Raut (PN), nei Monti Alburni e nel Parco del Cilento (SA), all’Abisso di Lamar (Trentino), nelle Grotte di M.Cucco e del Faggeto Tondo (PG), alla Grotta di S.Angelo (Ostuni BR) e nei massicci carbonatici di Abruzzo e Molise (Monti Marsicani, Monti della Meta, Sirente-Velino, Majella).

All’estero

È ormai consuetudine che il GSB-USB organizzi annualmente una spedizione all’estero, aperta alla collaborazione di altri Gruppi Speleologici Italiani e Stranieri, o che Speleologi del GSB-USB partecipino a spedizioni internazionali. Le prime incursioni all’estero risalgono agli anni ‘80-’90 in Messico e Russia. Poi dal 2008 svolgiamo annuali spedizioni in Bosnia. Da segnalare anche diverse spedizioni nelle Filippine e Albania, ma anche in Argentina-Cile, Honduras, Russia, Svizzera, Francia, Spagna, Brasile, più tante incursioni in grotte di ogni parte del globo da parte di singoli soci per motivi di studio.

Dal 1932 il Gruppo Speleologico di Bologna conduce esplorazioni e studio di cavità naturali e artificiali.

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