Il Ramo della Turca, il Laghetto sifonante e l’imponente Ramo di Mezzo
di Andrea Mezzetti
Se alla base del Pozzo Gerione volessimo invece scendere dalla parte opposta, ci troveremmo a filare corda nel discensore lungo una galleria inizialmente molto inclinata, dapprima rivestita da pericolosi accumuli di frana e poi tappezzata ovunque da colate calcitiche, il Ramo della Turca. Via via che si perde quota, anche la pendenza comincia a diminuire, fino a trovarci in piedi su di un pavimento quasi pianeggiante che digrada lentamente verso uno specchio d’acqua. Le parti aeree più basse di questa sala sono ricoperte da potenti strati di fango plastico, segno evidente delle frequenti fluttuazioni del livello dell’acqua, in relazione alle precipitazioni esterne: siamo probabilmente di fronte ad un sifone, quindi, e anche i rilevamenti topografici finiranno per avvalorare questa ipotesi, situando la quota del lago a valori di poco superiori a quelli del Caronte. L’ambiente è molto suggestivo, ma anche lungo questa via la Grotta ci impedisce di proseguire oltre. A metà dello scivolo un diverticolo laterale permette di arrivare alla base di un camino riccamente concrezionato, alto almeno una ventina di metri, che potrebbe essere indice di altri ambienti soprastanti.
Prima di cimentarci in ulteriori, ardite risalite, ci tornano in mente le indicazioni di Marco che ha segnalato un enorme occhio nero sospetto, ad una trentina di metri dalla base del Gerione, dalla parte opposta alla linea di calata… Presto fatto: partendo dall’enorme terrazzo a metà del pozzone, tramite una serie di traversi e calate attrezzata tutta su attacchi naturali, raggiungiamo in breve quello che risulta essere effettivamente l’inizio di una enorme galleria fossile, che denominiamo Ramo di Mezzo. Ci mettiamo a correrci dentro, sperando di aver trovato il by-pass del sottostante sifone (e magari, date le dimensioni e la direzione, anche la porta per nuove ed importanti parti di Govednica). La galleria procede dapprima in leggera salita, per poi invertire la pendenza e scendere verso zone in cui ricompare il fango che diventa sempre più invadente, fino a precludere una volta ancora ogni prosecuzione! Ripieghiamo, controllando tutte le possibili diramazioni – compreso uno sfondamento nel pavimento che potrebbe in effetti essere in relazione col camino precedentemente menzionato – senza però reperire nulla degno di nota.
Ci dedichiamo allora al rilievo, dal quale ci rendiamo conto di aver comunque aggiunto quasi 300 m di importanti ambienti all’organico di Govednica: la gioia è tale che Nevio (esploratore assieme ad Ivy e al sottoscritto di questo ramo) propone di raccoglierci in un minuto di intima meditazione, per assecondare al meglio l’estasi dei sensi!